Ho sempre amato molto i ciclamini che allietano le prime giornate di autunno. Quando ero più giovane mi piaceva andar per boschi e raccoglierne grandi mazzi che riportavo a casa come un trofeo. Un anno, ricordo, portai via anche qualche bulbo che piantai in una grande ciotola sul terrazzo. Dedicai molta attenzione a quella ciotola e quando nel Settembre dell’anno successivo sbocciarono i teneri ciclamini ne fui così felice che li coccolavo e li lodavo per la gioia che mi davano. Un giorno sentii mio marito esclamare “ma insomma Marinella, quei ciclamini te li porteresti anche a letto”!
Ancora oggi questo è il mio rapporto con i ciclamini e naturalmente i preferiti sono proprio quelli di bosco ma, ahimé, non posso più andare a cercarli e allora mi contento di quelli che si comprano al vivaio. I ciclamini rosa chiaro mi evocano tenerezza e gentilezza, quelli rosso brillante allegria e gioiosità, quelli rosso scuro forza e determinazione.
In questi giorni mi sento molto triste perché so che tra breve una persona a me molto cara raggiungerà il suo traguardo terreno. E’ per questo, credo, che sto comprando tanti ciclamini, di tutte le tonalità di colore. Mentre li travaso e sistemo nelle cassette sui tre balconcini della mia attuale casa, sento la tristezza che mi opprime sciogliersi almeno in parte e vedo riapparire un po’ di colore sul sentiero scuro dei giorni a venire.
La semplicità di quei fiori e i loro color vivaci, in qualche modo mi offrono consolazione e bussano al mio cuore per farsi aprire almeno uno spiraglio.
Che i ciclamini siano anche terapeutici? Non ci avevo mai pensato.
Marinella