Certo che Roma è una continua sorpresa…nella cornice dell’Oratorio del Gonfalone, un piccolo scrigno di bellezza affrescato e fortunatamente conservato per noi, in pieno centro – una traversa di via Giulia – è iniziata la V Giornata Nazionale dell’AVO: Associazione Volontari Ospedalieri.
Veramente avevo proprio dimenticato l’appuntamento e poi io mi sentivo fuori posto, nel senso che non era la giornata del volontariato tout court ma riguardava specificatamente l’AVO, la sua attività, i suoi traguardi, le sue problematiche …e invece mi sbagliavo perchè la giornata ha sì celebrato la V Giornata Nazionale dell’Associazione ma ha anche e completamente abbracciato e chiarito e rinnovato il significato stesso del concetto di “ volontariato” , sottolineando la necessità che sia scomodo, popolare, efficacemente organizzato.
Scomodo nel senso che non può essere un punto di riferimento quando si evidenzia la necessità di cambiamento di cio’ che non funziona, e dunque il Volontario deve avere uno sguardo ben obiettivo e attento alla realtà che lo circonda e che può e deve essere sempre migliorata.
Popolare perché il Volontario deve sempre e comunque sentirsi partecipe e protagonista come cittadino attivo, con una libertà personale intesa come autonomia di pensiero e di giudizio che lo faccia sentire tale, e lo spinga ad effettuare se necessaria quella trasformazione che porti con sé la capacità di rinnovare alcuni valori di base, senza tradirli nel profondo della loro essenza. Deve essere dunque quella del Volontario una partecipazione democratica.
Efficacemente organizzato perché l’energia e l’entusiasmo della sua partecipazione non si disperda nello spazio e nel tempo a danno della concretezza del suo apporto personale e di gruppo.
E deve il Volontario ricominciare a fare cultura nel senso di riuscire a pensare collettivamente e costruire il legame di prossimità, riagganciando il valore della sussidiarietà, nel fare “sistema” con la Chiesa, intesa come memoria ed educazione ad un valore che è quello assoluto del nostro “prossimo”… così come Dio che si fa Uomo ci ha insegnato direttamente…
Il Volontario è ascolto…e questo ognuno di noi che fa volontariato lo ha imparato nel tempo e ne ha fatto memoria.
Ma dall’ascolto si può e si deve passare a progettareun’azione migliore, un modo di porsi verso chi ne ha bisogno in maniera più concreta e fattiva. Da qui l’origine delle nuove iniziative che riguardano:
la formazione di un tavolo nazionale che metta a fuoco linee guida condivise relativamente al concetto di salute considerato dalle diverse religioni;
una rete di coordinamento tra le diverse Associazioni di Volontariato (PIV) che sia di aiuto al malato dimesso dall’Ospedale nell’indirizzarlo verso quell’Associazione maggiormente adatta a seguirlo nel percorso post-ospedaliero;
il progetto della Regione Lazio di procedere allavalutazione dei criteri di umanizzazione nell’ambito degli ospedali romani.
Idee nuove, un nuovo cammino. Il tutto esternato e condiviso in una cornice artistica eccezionale e sconosciuta ai più , anche ai romani.
Brevi pièces teatrali ( Compagnia Cammeo Multimediale) e un Gospel Choir eccezionale ( Mount Green People) ha concluso una giornata che non mi aspettavo di vivere e condividere.
Adele
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