In queste ultime settimane, miei cari amici lettori, vi ho forse un po’ troppo bersagliato di considerazioni sulla logoterapiaì ma, per quei casi che non sono mai un caso, anche io ne sono stata avvolta e anche un po’… travolta!
L’ultima occasione è stata appunto la giornata di studio su Victor Frankl, alla quale avevo già accennato negli ultimi post. Davvero una bella occasione di ascoltare docenti di valore quali Eugenio Fizzotti, allievo e collaboratore di Frankl, del quale custodisce le memorie con meticolosa precisione, Aureliano Pacciolla, professore di psicologia della personalità, Marcello Pezzetti, straordinario e appassionato professore di studi sulla Shoah e Gianni Dattilo presidente della Società Italiana di Psicosintesi terapeutica (modalità concreta per favorire la crescita e l’autoconoscenza di se stessi al fine di attivare le proprie potenzialità).
Tante sono le risonanze che ho sentito nel corso della mattinata ripensando alle mie personali esperienze degli ultimi 30 anni. Ne condivido alcune con voi:
“da una vita senza senso a un senso nella vita”
“la vita nonostante tutto ha sempre una dignità tale che vale di essere vissuta”
“più anni alla vita ma anche più vita agli anni”
“si può vivere senza un per come, senza un perché, ma non senza un per chi”
“il tradimento di sé è il torto più grave che possiamo farci”
“di fronte a qualunque evento della vita possiamo assumere un atteggiamento diverso”.
Direi che la logoterapia o analisi esistenziale, che include ed affianca l’uso dei farmaci, cercando di potenziare le risorse soggettive del paziente, è una forma terapeutica molto “al positivo. Ma i suoi principi, al di là delle applicazioni terapeutiche, sarebbero molto idonei per una …iniezione di fiducia, in questo nostro tempo caratterizzato dal vuoto esistenziale e dalla mancanza di senso, di valori e di fiducia. Perché non diffonderla?
Vi è al mondo una strada, un’unica strada che nessun altro può percorrere salvo te: dove conduce? Non chiedertelo, cammina!” F. Nietzsche)
E allora, camminiamo e andiamo avanti con fiducia, anche se non è certo facile di questi tempi. Che ne dite?!
Marinella
Anch’io ho in passato conosciuto il pensiero di Victor Frankl e mi è subito sembrato che contribuisse in modo sostanziale a rispondere alla domanda esistenziale che ognuno di noi si pone sulla vita e sul suo senso. Accettare l’invito a partecipare alla giornata di studio in questione è stato naturale ed incontrarvi Marinella, che non vedevo da molto tempo è stato per me motivo di grande gioia. Con un gruppo di amici , tutti facenti parte dell’Associazione Gruppo Eventi, per la maggior parte facilitatori di Gruppi di Auto Mutuo Aiuto per l’elaborazione del lutto, tempo fa ci siamo chiesti “aiutiamo gli altri ad elaborare i loro lutti … ma com’è il nostro rapporto con la morte e con la nostra morte in particolare?” e così abbiamo iniziato ad incontrarci una volta al mese., e sono sempre incontri molto coinvolgenti. Proprio nell’ultimo incontro in cui approfondivamo cosa dava “senso” al nostro personale vivere, uno di noi ha espresso il suo dubbio in merito all’opera di volontariato e cioè in che misura una tale attività risponde ad un proprio bisogno più che al bisogno dell’altro; il pensiero di Frankl in merito è stato di grande aiuto . Frankl , parlando del volontariato, parla ampiamente della diversità sostanziale tra “bisogno” e “motivazione” per quel che riguarda l’agire del volontario chiarendo completamente la differenza fra le due cose.Certo, in un secondo tempo ,meditando ed entrando in contatto con noi stessi emerge dal cuore la risposta per ognuno di noi. Condivido con Marinella sulla necessità di diffondere teoricamente ma soprattutto concretamente col nostro agire le idee di Frankl e della sua analisi esistenziale. Un caro saluto a tutti
Vanda