Posted in Uncategorized on 8 dicembre, 2010|
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S.I.C.P. sta per Società Italiana di Cure Palliative. della quale mi onoro di fare parte dal lontano 1993. Ricordo i primissimi convegni quando mi sembrava quasi di far parte di una…società segreta, una “carboneria”! Ma chi erano questi pazzi che parlavano di morte, del morire, delle cure palliative (cioè quelle che non servono a niente) pensavano i più!
Quanto tempo è passato, il Padre delle Cure Palliative in Italia, l’indimenticabile Prof. Vittorio Ventafridda non c’è più, dai pochi partecipanti ai primi convegni si è passati ai 1460 del XVII Convegno che si è tenuto a Roma dal 1 al 4 Dicembre u.s.
Non posso certo pensare di riferire del Convegno su questo spazio ma qualche considerazione vale la pena di riportarla. Proprio ripensando al lontano passato ho rilevato come all’inizio del cammino delle cure palliative in Italia si desse una preponderante attenzione agli aspetti scientifici della cura e soprattutto alla terapia del dolore. E’ ovvio che se c’è un dolore intollerabile non ci può essere né qualità di vita né qualità di morte ma oggi si valutano appieno tutte le componenti del dolore globale e cioè quella fisica quella piscologica, quella affettiva, quella sociale e quella spirituale.
Ecco dunque un convegno nel quale, oltre a prendere in considerazione la cura dei sintomi, è stato dato ampio spazio agli psicologi, agli assistenti sociali, agli assistenti spirituali e al volontariato. E, alla luce di avvenimenti abbastanza recenti, quanta consapevolezza rispetto al diritto dell’individuo di scegliere di non essere dominato dai presidi sanitari secondo l’art. 32 della Costituzione, quanta importanza alla comunicazione della diagnosi e della prognosi sia al malato che ai familiari, quanta attenzione alla delicatezza del tema della sedazione terminale quando il paziente non è consapevole, quanta importanza alla “cura”che è necessario fornire alle famiglie dei morenti per aiutarle nel difficile momento del “dirsi addio”! Tutte problematiche che noi volontari in cure palliative troviamo ogni giorno sul nostro cammino. Alcune domande rimangono e probabilmente rimarranno sempre aperte ma è stato molto utile ascoltare i relatori e confrontarsi con i colleghi provenienti da ogni parte di Italia.
Per me personalmente è stato anche un “bagno” di baci, di abbracci, di affetto, di mani che si stringevano e si cercavano, di visi incontrati e subito riconosciuti ma anche…non riconosciuti. La mia vista così compromessa mi ha consentito di mettermi al riparo dalle figuracce e mi ha permesso di chiedere talvolta: “chi sei”? Comunque una gran gioia ritrovarsi con persone con le quali si sono condivise esperienze di lavoro e scambio di emozioni. Una bella e arricchente esperienza sotto ogni punto di vista.
Marinella
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